Sentiero “Frassati” – Abruzzo

Un sentiero

Sentiero “Frassati” – AbruzzoIl sentiero Verde dei Parchi d’Abruzzo

CARTOGRAFIA e SENTIERI- Un sentiero “Frassati” fra i monti d’Abruzzo
www.sentierifrassati.org

Un sentiero

Un sentiero “Frassati” fra i monti d’Abruzzo

Il Sentiero Frassati nasce da un progetto di valorizzazione e tutela dell’area Vestina, la parte meridionale del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga, il suddetto progetto ideato dal Club Alpino Italiano di Penne, è stato proposto all’Ente Parco, alla Comunità Montana Vestina, ai Comuni, alla Provincia di Pescara.
I progetti sono: la ristrutturazione di falesie d’arrampicata, manutenzione e rifacimento dei sentieri esistenti, gestione dei rifugi montani, centro sci da fondo, la realizzazione di cartina con i sentieri.
Il Sentiero Frassati si snoda lungo un percorso fruibile a tutti, di grande interesse naturalistico, vivo di contrasti e ricco d’ambienti diversi.
Per raggiungerlo bisogna recarsi a Farindola, paese in Provincia di Pescara, posto ai piedi del versante medio orientale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Da questa località si prosegue in auto verso la Valle D’Angri (m.695) per arrivare fino alla fine della strada rotabile. Qui è situato il rifugio del Cai di Penne da dove inizia il sentiero dedicato al Beato Pier Giorgio Frassati.
Partendo dal rifugio dunque ci s’incammina per un facile sentiero ben segnato, con il fiume sulla sinistra.
Si tratta del Tavo la cui sorgente è localizzata poco più a monte, per raggiungere la località Case Buoi (m.786) dove il sentiero degrada verso il corso fluviale e, attraversandolo due volte, arriva alle Porte di Fonno. Da un vecchio rudere della Forestale il sentiero sale verso la Piana del Voltigno e, passando vicino alla Fonte S. Tommaso (m.1315) giunge in località Vado di Focina (m.1383) valico prima della Piana del Voltigno.
Da qui si prosegue verso Fonte Cornacchia, passando per il lato destro del Voltigno, costeggiando il Lago Sfondo (m.1361) continuando verso sinistra si passa attorno ad una dolina, la più grande dell’intero ambiente carsico circostante, il punto più basso della Piana dove defluiscono tutte le acque. Qui il sentiero continua in leggera salita fino a Fonte Aciprano (m.1452) da dove si scorge il rifugio Le Pagliare, gestito anch’esso dal Cai di Penne, il percorso raggiunge la località Pietraflora (m.1638) da dove è possibile vedere la Piana dall’alto, si percorre per un breve tratto la strada brecciata che scende verso Villa S.Lucia degli Abruzzi, in prossimità di un grosso masso sulla sinistra della strada inizia la salita non faticosa che ci porta sul Monte Cappucciata (m. 1802) raggiunti la cima si scende verso Cannatina (m.1500), dove il Cai di Penne gestisce un altro rifugio, luogo in cui il sentiero termina o inizia se si vuole percorrerlo al contrario. Il sentiero dedicato al Beato P.G. Frassati per il momento è stato risistemato fino a Cannatina, ideato nel Marzo 2003 ed inaugurato il 4 Luglio 2004,deve essere ancora ultimato per farlo arrivare fino a Pescosansonesco, paese del Beato Nunzio.

Valle D’Angri – Voltigno

Area ricompresa nelParco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con l’istituzione nel 1991, ben 5.072 ettari di faggete, prati, rocce calcaree, doline, grotte e sorgenti sono state cosi tutelate.
Il valore naturalistico e l’esigenza di tutelare quest’area è nata dalla diversità dei biotipi presenti a quote diverse. Nella fascia pedemontana, per effetto di un’evidente diminuzione della pressione dell’uomo sull’ambiente, si assiste ad una spontanea ricolonizzazione della vegetazione, con ampie faggete, mista a carpino nero e bianco e acero di monte nei dintorni del Voltigno.
Nella Valle D’Angri la varietà d’alberi ed arbusti è ancora più ricca.
Sulle rocce nascono piccoli gruppi di leccio, sono presenti numerose specie d’aceri che in autunno esplodono di colori variopinti, acero di monte, acero campestre, acero minore, acero riccio, acero opalo, Nel canalone di Fonno si possono osservare anche il tiglio, il tasso, il frassino ed il corniolo.
Alle stesse quote nella zona opposta, quella di Villa S.Lucia si possono osservare zone estese di bosso, sorbo e biancospino. Sia a Voltigno sia sulle coste di Ripa Rossa fioriscono la genziana maggiore, le peonie e l’anemone dell’appennino.
Al patrimonio vegetale si aggiunge una ricca presenza di specie faunistiche, come il camoscio d’Abruzzo, a cent’anni dalla sua scomparsa questa specie è tornata all’interno del Parco in assoluta libertà sulle pendici del Monte Camicia.
Il lupo appenninico con un piccolo nucleo, la faina, la donnola, la puzzola, la martora, lo scoiattolo.
Tra gli uccelli, troviamo l’aquila reale, il falco pellegrino, il gheppio, la poiana.
Molti di questi predatori durante il passo risalgono la valle del Tavo ed arrivano sino al valico di Forca di Penne, dove è stata istituita un oasi del WWF.
Tra gli uccelli della prateria d’altitudine sono da segnalare la coturnice, il culbianco, il codirosso spazzacamino. Sono presenti anche il picchio muraiolo, il passero solitario, il gracchio corallino. Nella piana carsica del Voltigno numerosi inghiottitoi rivelano la presenza di cavità ancora sconosciute, e i vari laghetti permanenti (Lago Sfondo) ospitano popolazioni di rane verdi e di tritoni crestati.

Un sentiero Un sentiero

Un sentiero Un sentiero

Antonio CATANI
Operatore Naturalistico Nazionale
Club Alpino Italiano sez. di Penne

IL BEATO

PIER GIORGIO FRASSATI nasce a Torino il 6 aprile del 1901 da genitori biellesi. Il padre Alfredo è fondatore e direttore del quotidiano “La Stampa”, senatore nel 1913 e ambasciatore a Berlino nel 1921-1922. La madre Adelaide è un’appassionata ed affermata pittrice.
Con la sorella Luciana, di un anno minore, frequenta il Liceo-Ginnasio Massimo d’Azeglio e consegue la maturità classica all’Istituto Sociale dei padri Gesuiti. Nel 1918 s’iscrive al Regio Politecnico di Torino nel corso di Ingegneria industriale meccanica con specializzazione mineraria al fine di dedicarsi “a Cristo tra i minatori”.
Sviluppa prestissimo una profonda vita spirituale: Gesù nell’Eucaristia e la Santa Vergine – da lui particolarmente onorata nel santuario alpino di Oropa – sono i due poli della sua devozione.
S’iscrive e partecipa attivamente a numerose associazioni (Fuci, Gioventù Cattolica, Club Alpino Italiano, Giovane Montagna), ma il campo della sua massima attività è la Conferenza di San Vincenzo, dove si prodiga nell’aiuto ai bisognosi, ai malati, agli infelici, donando loro tutto se stesso. Nel 1922 entra nel Terz’ordine domenicano assumendo il nome di fra’ Gerolamo in ricordo del Savonarola.
Due mesi prima della laurea, a soli 24 anni, la sua esuberante fortezza viene stroncata in cinque giorni da una poliomielite fulminante. Muore il 4 luglio del 1925. I suoi funerali sono un’apoteosi. La tomba di Pollone diviene subito meta di pellegrinaggi. Il suo corpo riposa ora nel duomo di Torino.
Il 20 maggio del 1990 Giovanni Paolo II proclama Beato quel giovane che nel 1980 aveva chiamato “un alpinista tremendo” e nel 1984 aveva indicato come modello agli sportivi del mondo intero.

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Nel luglio del 1923 Pier Giorgio scriveva ad un amico: “Domenica è stata una di quelle giornate magnifiche e dal ghiacciaio il mio pensiero è corso agli amici lontani: li avrei voluti avere tutti qui per godere con me quello spettacolo meraviglioso.”
E oggi Pier Giorgio, ispirando la bella iniziativa del Club Alpino Italiano, protende ancora la mano forte ai giovani tutti per reggere la cordata di quelli che vogliono “vivere e non vivacchiare”.
Indica loro IL SENTIERO perchè facciano come lui “di ogni scalata sulle montagne un itinerario che accompagna quello ascetico e spirituale, una scuola di preghiera e di adorazione, un impegno di disciplina ed elevazione, unendo a ciò è l’ammirazione per l’armonia del Creato, l’ammirazione di Dio stesso.” (Giovanni Paolo II,Cogne, agosto 1994)